opificio

Opifici

Memoria e nuovi spazi quotidiani: percorsi di rigenerazione degli ex opifici

di Paola de Salvo e Cristina Burini

Definire gli opifici “luoghi del fare” porta a considerare questi spazi non solo con riferimento ai processi lavorativi di tipo industriale, ma anche a quelle produzioni legate ai mestieri e ai lavori artigianali diffuse soprattutto in contesti territoriali rurali. Il saggio cercherà di evidenziare, nonostante numerosi opifici abbiano nel tempo subito abbandoni e dismissioni, i processi di una loro reintegrazione nel tessuto antropizzato e la loro restituzione ai territori valorizzando il ruolo che essi hanno avuto nel passato. Gli ex opifici, custodi, ma anche testimonianza di attività lavorative, pratiche ed azioni quotidiane che si sono sedimentate nel tempo, sono diventati espressione di processi di territorializzazione attivati e riconosciuti dalle stesse comunità locali ove sono presenti. Numerose e diffuse su tutto il territorio nazionale sono infatti le esperienze di valorizzazione di opifici dismessi e/o abbandonati grazie ad azioni di rigenerazione culturale e sociale. Adeguate progettazioni culturali hanno attivato nuove occasioni di sviluppo per gli ex opifici che avevano perso la loro funzione economica e sociale originaria. Investire in termini di sviluppo culturale di questi spazi, ha riattivato valori, memorie, nuove simbolizzazioni verso una nuova possibilità di futuro e di nuove azioni di ri-territorializzazione dei paesaggi del lavoro su cui costruire rilancio e sviluppo territoriale.

 

A proposito delle autrici:

Paola de Salvo è ricercatrice in Sociologia dell’ambiente e del territorio presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Perugia, dove è docente affidataria di Sociologia e promozione del territorio e Sociologia urbana e rurale. Svolge attività di ricerca sui temi dello sviluppo territoriale dedicandosi in modo particolare allo studio della valorizzazione del territorio inteso sia come spazio fisico che sociale, rendendo evidenti le relazioni tra comunità e ambiente circostante.

Cristina Burini è dottoranda in Legalità, Culture Politiche e Democrazia presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia. I suoi interessi di ricerca riguardano l’analisi dei modelli organizzativi che in ambito urbano si occupano della gestione dei beni comuni e delle diverse modalità di partecipazione delle comunità per la realizzazione di attività di interesse generale attorno a questi beni. Dal 2019 collabora con
l’Istituto EURICSE (European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises) di Trento nell’area di ricerca sullo sviluppo locale. P. de Salvo è autrice dei paragrafi 1, 2. C. Burini è autrice dei paragrafi 3, 4. Le conclusioni sono comuni.

 

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