Gli ippodromi: eterotopie urbane con poco cemento
di Cristiano Mutti
Una realtà chiusa su sé stessa, sconosciuta e misteriosa. Un mondo a sé stante, impermeabile a qualunque intromissione esterna che Foucault (2010) avrebbe dovuto aggiungere all’elenco delle eterotopie, luoghi assolutamente differenti e assolutamente altri. In questo contributo si cercherà di inquadrare e capire le dinamiche principali che caratterizzano gli ippodromi, delle particolarissime strutture, ancora ben presenti e visibili nel tessuto urbano italiano e che rimangono fortemente radicate sul territorio. Spesso si tratta di luoghi in aperta opposizione con il contesto circostante e con le logiche di espansione urbanistica che caratterizzano le grandi città. In Italia, a differenza di altri paesi nel mondo, sono in decadenza, come lo sport per il quale sono stati costruiti e non di rado li troviamo abbandonati o, nella migliore delle ipotesi, convertiti ad altre funzioni. Lasciano però, in ogni caso, delle tracce ben visibili, riconoscibili anche a distanza di molti anni, non solo nelle strutture e nei manufatti, ma anche nei prati e nel terreno stesso. Zoccoli, ferri e criniere per secoli ne hanno segnato aspetto, consistenza e significato.
A proposito dell’autore:
Cristiano Mutti è dottore di ricerca in Qualità della vita nella Società dell’Informazione. Professore a contratto di Comunicazione per il Turismo presso l’Università di Milano-Bicocca, nel 2012 ha aperto Imago Editor, una web agency che si occupa di sviluppo per il web ed editoria multimediale.