Case occupate. La dimensione ‘riscritta’ dell’oggetto-casa in città
di Emiliano Esposito e Gabriella Punziano
L’occupazione di un alloggio o un edificio senza l’autorizzazione da parte del proprietario o dell’ente incaricato della sua gestione può essere considerato uno dei tanti modi che assume l’abitare contemporaneo in città in un contesto di precarietà residenziale. Si tratta di un fenomeno largamente dibattuto dalla letteratura nazionale e internazionale da diversi punti di vista e attraverso l’impiego di differenti metodi di indagine. Ciò che ne emerge è l’eterogeneità delle forme che le pratiche di occupazione assumono mettendo in discussione le dinamiche socio-spaziali
dello sviluppo urbano. Questo contributo intende riflettere sulla molteplicità di significati, funzioni, valori e simboli che i diversi attori coinvolti, in diversi contesti socio-spaziali, ascrivono alla ‘casa occupata’. A tal fine, verranno presentati due casi di studio nella città di Napoli (uno al centro storico, l’altro in un quartiere di edilizia popolare in periferia) che ci aiuteranno a comprendere gli eterogenei significati di casa occupata rispetto a due differenti configurazioni di occupazione.
A proposito dell’autore e dell’autrice:
Emiliano Esposito è dottore di ricerca in Studi Urbani al Gran Sasso Science Institute de l’Aquila. È un ricercatore indipendente. Si occupa di abitare e delle sue forme complesse, formali e informali, e di politiche abitative.
Gabriella Punziano é dottoressa di ricerca in Sociologia e Ricerca sociale. Attualmente è una ricercatrice del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II. Fa parte del gruppo di lavoro CONVERGE – Risk Communication in Concurrent Disasters e del Foundation – Natural Hazards Center.